Capitolo 6.1

Buio.

Suden uni, l'album di debuto dei Moonsorrow, è stato oggetto di apprezzamenti da parte di molti e ha fatto guadagnare alla band un contratto con un'importante label. Voimasta ja kunniasta è stata una sorpresa per il pubblico e presto è diventato un punto di riferimento nel genere, così come ha attratto l'attenzione del pubblico e ha portato alla band nuovi fan. Per quanto riguarda il terzo album, l'aspettativa è stata relativamente alta, il risultato è stato soddisfacente e il lavoro è stato ben valutato nelle classifiche. Ora, per la quarta opera, l'aspettativa era ancora alta, perché sarebbe stato difficile superare Kivenkantaja. E di nuovo  i Sorrow hanno sorpreso il pubblico. Ma bisogna dire che Verisäkeet è stato il primo album caricato su internet prima della sua uscita ufficiale; si poteva trovare in p2p a dicembre, e questo non è stato per niente gradito dai ragazzi. Il 25 febbraio è uscito e non si è rivelato essere un tentativo di superare il precedente, bensì qualcosa di completamente diverso rispetto ai precedenti lavori. Resta il sound epico in stile Moonsorrow e i pezzi sono sempre più estesi, ma lo stile barocco di Kivenkantaja è sparito, rimpiazzato da atmosfere oscure e suoni grezzi. Stavolta l'influenza della second wave of black metal (cioè il Norwegian black metal) è stata evidenziata maggiormente, compreso qualche blastbeat (l'ultimo è stato in “Pakanajuhla”, il quinto brano di Suden Uni) e tastiere di atmosfera che ricordano Burzum a volte.

I Moonsorrow hanno avuto ancora come ospite Hittavainen, che ha registrato qualche parte di cornamusa per “Karhunkynsi”, ma alla fine non sono state usate, “perchè sarebbe suonata come se cento scozzesi avessero invaso il nostro studio e fatto esplodere le loro cornamuse per rovinare la nostra marcia epica”, ha detto Henri. (Se siete curiosi, potete cercare “Po syroi zemle” degli Arkona per avere un'idea di come sarebbe suonata...è incredibile come entrambi i pezzi si assomiglino l'un l'altro – e entrambi sono usciti lo stesso anno.) Non è solo la musica ad essere oscura: la copertina del disco è fatta completamente in plastica nero-opaca, col logo in lettere dorate di fronte e un piccolo adesivo con i titoli delle tracce sul retro. Il booklet è austero, fatto di carta opaca e, per la prima volta in tanti anni, non sembra presentare le traduzioni dei testi. Nelle parole di Ville, “il booklet è stato lasciato semplice, sarebbe troppo grande con le traduzioni. Non abbiamo compromessi nel nostro concept, è solo un modo di mostrarlo...questo è ciò che facciamo, prendere o lasciare”. Comunque, le traduzioni si possono trovare sul loro sito. Inoltre, si possono trovare i riferimenti allo scherzo: tra i ringraziamenti, è citata “la Blabbermouth per l'onestà” e nella parte interna della decorazione c'è scritto “Raah raah blääh” da un lato e “Kuolema taidehomoille!” (il primo titolo della tracklist falsa) dall'altro. C'è stato anche un cambiamento nelle foto promozionali: i membri non sono più travestiti da guerrieri in paesaggi innevati; stavolta, le foto sono state scattate nel seminterrato del padre di Ville, e i cinque sono comparsi seminudi e sporchi di terra. Una settimana dopo l'uscita, l'album è salito in diciottesima posizione nelle classifiche finlandesi.


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